Passeggiando nel centro storico di Belvì, ordinato, curato e custodito con attenzione e amore dai suoi abitanti, colpiscono i laboratori artigiani con le maestranze specializzate nella lavorazione del legno, del ferro e dei tessuti.
Nelle botteghe alimentari si possono trovare le specialità locali come sa coccoi, varietà di pane tradizionale, funghi, salumi e miele, in particolare quello di corbezzolo e di castagno.
Il miele è anche uno degli ingredienti delle caschettes, i dolci tipici di Belvì, con la loro sfoglia sottilissima e finemente lavorata ad accogliere il ripieno di nocciole tostate, miele e scorza d’arancia. Vantano origini piuttosto antiche, ma le prime ricette rinvenute negli archivi sono datate intorno alla prima metà del Seicento.
Per tradizione, a occuparsi della creazione di questi dolci è la mamma del futuro sposo con l’aiuto di vicine e comari; il giorno delle nozze, le caschettes vengono offerte dallo sposo alla sposa come augurio di una vita felice insieme.
Ogni angolo di Belvì indica che il paese ha scelto di votarsi all’arte: tra le case fanno capolino volpi, gufi e formiche, il risultato della rassegna artistica “L’uomo e il bosco”, in cui il legno di castagno, risorsa locale, è stato trasformato in straordinarie opere d’arte. All’interno del parco comunale stupisce il Museo all’aperto di arte contemporanea (MAAC), che ospita grandi sculture in legno di animali del bosco, ciascuno accompagnato da una poesia. Sonos de Linna è una delle manifestazioni culturali di spicco del paese, con rappresentanze artistiche sarde e internazionali concentrate in un laboratorio sinergico: le opere d’arte risultato delle passate edizioni sono disseminate tra le antiche stradine del centro storico, invitando a una continua scoperta e ricerca di significati.
Al confine tra Aritzo e Belvì sorge la chiesetta di San Sebastiano martire, probabilmente edificata come ringraziamento al protettore degli appestati in seguito all’epidemia di peste del 1656, quando i paesi di montagna vennero risparmiati da un tremendo contagio che decimò l’intera isola. Si racconta che in tempi remoti il paese di Belvì sorgesse più a nord, in mezzo alla vallata de S’Isca. Qui si trova la chiesetta di Santa Margherita, a cui i belviesi sono sempre stati molto legati, tanto da adoperarsi per la sua ricostruzione nel 1920 e nel 1981.